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Posts Tagged ‘buone abitudini’

esiteinNon ascoltare mozart, non giocare a sudoku, non leggere libri noiosi.esci, corri, prendi il sole…

Nei weekend vorreste dedicarvi alla tonificazione della vostra intelligenza?

 

Approfittate di quel che resta dell’estate e datevi alle Good Vibrations:

  • Abbronzatura,
  • brezza sulla pelle,
  • ginnastica,
  • jogging,
  • qualche sport ad alto coinvolgimento emotivo,
  • cibo sano,
  • riff di chitarra, in spiaggia o al parco,

scegliete voi.

E poi, Peace, Love and Freedom, perché l’orgasmo innesca un aumento di flusso sanguigno nel cervello, e perché lo stress di chi si sente sulla barricata decima i neuroni nuovi dell’ippocampo, guardacaso deputati alla conoscenza e al ricordo.
Sì, sembrerebbe esserci un’interpretazione West Coast della neurobiologia, incarnata dal magnetico professor Nicholas Spitzer, dell’University of California di San Diego.

 

Il quale sostanzialmente sostiene che, se ci sta a cuore avere un cervello efficiente e ampliarne le facoltà, sarà meglio rivoluzionare le nostre abitudini nel tempo libero.

Non serve a niente chiudersi in casa, in una devota penombra a ascoltare le sonate KV 448 e K488 di Mozart, negli anni 90 improvvisamente assurte al ruolo di energizzante (per quanto temporaneo) dell’intelligenza, perché così ricche di alte frequenze. Secondo Spitzer il cosiddetto Effetto Mozart è un bidone.

1) Come, in generale, è illusorio il mito dei benefici cerebrali apportati dalla fruizione passiva della musica classica:

semmai si sarebbero riscontrati nelle “cavie” dei fugaci quarti d’ora contraddistinti da qualche miglioramento delle abilità spazio-temporali, in sintesi sporadici picchi nell’analisi di forme e posizioni nello spazio e del senso dell’orientamento.

Se musica dev’essere, meglio suonare personalmente uno strumento, possibilmente a corda e possibilmente leggendo lo spartito:

  • ne trarranno vantaggio le funzioni cognitive, perché saranno costretti a lavorare entrambi gli emisferi del cervello. E non importa essere dei virtuosi, possono combattere il declino anche i più modesti dilettanti.

2) Nicholas Spitzer passa poi a picconare un’altra diffusissima convinzione:

dedicarci per interi pigri pomeriggi a

  • parole crociate,
  • rebus,
  • puzzle e
  • Sudoku

ci fa diventare smart.

Macché, ci rende solo abili nell’enigmistica, che è soprattutto basata su «codici mentali prestabiliti», scende nel dettaglio Stefano Farioli Vecchioli, ricercatore all’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Cnr.

 

3) Bisogna invece scollarsi dalla poltrona e muoversi.

Se il tempo è brutto va bene anche la palestra. Ma la differenza la fa l’attività fisica alla luce del sole, perché la produzione di vitamina D incide su proteine che hanno a che fare con apprendimento, memoria, controllo motorio.
Spitzer, che comunque ogni tanto “concede” un po’ di Settimana Enigmistica (accresce l’attività verbale e diverte, certo male non fa) a chi è stato all’aria aperta per buona parte della giornata, racconta come protegge il proprio cervello di ultrasettantenne pimpante e anticonvenzionale:

  • appena può, scappa ad arrampicarsi sulle cime della Sierra Nevada, estate e inverno, e si gode quel senso di gioia e pienezza che prova sempre davanti a un panorama in quota. Si allena gagliardamente in palestra solo quando non può allontanarsi dalla città.

Ma attenzione, al cervello non serve che lo sport sia estremo. E qui alla way-of-life californiana viene in soccorso la dolce vita latina: «Attività fisica moderata, calibrata sulle proprie caratteristiche, passeggiate, cibo buono ricco di omega 3 ed elevata esposizione al sole, per riequilibrare i livelli di serotonina e melatonina: queste cose creano nuove arborizzazioni sinaptiche», spiega Stefano Farioli Vecchioli.

 

Che tra l’altro ha recentemente coordinato uno studio Ibcn-Cnr pubblicato su Stem Cells e realizzato nel laboratorio di Felice Tirone, dal quale emerge che fare jogging blocca l’invecchiamento cerebrale e stimola la produzione di nuove cellule staminali, utili alla memoria.

Insomma, da un lato le ricerche di Spitzer ci dicono che anche il cervello degli adulti ha una sua neuroplasticità, anzi, che esiste un terzo livello di neuroplasticità adulta (i primi due sono: variazioni della forza sinaptica e nuove connessioni neuronali) che “reagisce” alla luce del sole, in quanto determinata dal cambio dei neurotrasmettitori e dai nuovi codici chimici.

Dall’altro lo studio italiano (compiuto su topolini con deficit neuronali causati dalla mancanza del gene Btg1), ci dice che la neurogenesi riparte con l’esercizio aerobico, in grado di invertire il processo di perdita delle cellule staminali nervose nell’ippocampo. Il che non vuol dire che nell’adulto si produrranno nuovi neuroni in quantità (i miracoli non esistono). Semmai ci sarà un aumento di progenitori neuronali.
Ragionamenti diversi, dunque. Ma convergenti. Farioli Vecchioli sorride: «Forse qui varrebbe la pena di chiarire cosa possiamo ragionevolmente aspettarci dal concetto di miglioramento delle funzioni cognitive. Migliorarle significa aumentare il numero di sinapsi che un neurone può fare con un altro neurone. Ne conseguono un incremento della neurogenesi adulta e del numero di neuroni nell’ippocampo, la formazione nervosa che funge da relè per l’immagazzinamento della memoria: aumentarne la forza comporta una maggior capacità di apprendere e ricordare».

 

Detto questo… «La luce è fondamentale per scatenare i meccanismi di plasticità sinaptica. E qualsiasi attività aerobica è positiva per i comportamenti ippocampodipedenti che riguardano la memoria a breve termine, la memoria spaziale e la cosiddetta memoria pattern-separation (che riesce a distinguere come separati due eventi simili). Ciò non significa, ovviamente, svalutare i benefici “terapeutici” della cultura: io sono cresciuto a musica, e questo mi ha dato una bella spinta ad andare avanti… E poi ci sono i romanzi, un arricchimento ad ampio spettro che stimola ben più aree cerebrali del Sudoku. I buoni romanzi fanno parte, come i buoni dischi, i buoni viaggi, le buone relazioni e, in sintesi, la buona estrazione sociale ed economica, di quel benessere mentale e di quella tranquillità che ritardano l’invecchiamento».

LONGEVI E SMART
Stefano Farioli Vecchioli invita alla ragionevolezza:
«La neuroplasticità non è illimitata, sole e sport non possono renderci eternamente innovativi e creativi. Semmai possono, unitamente all’alimentazione adeguata, ritardare il nostro invecchiamento cerebrale. Ed ecco lo scompenso corpo-cervello che stiamo affrontando oggi: la medicina ci fa vivere fino a 80 anni, ma il nostro cervello è ancora tarato
a sopravvivere in salute fino a 45-50 anni. La sfida è dunque arrivare a un aumento corrispondente delle performance cerebrali, rallentare o postporre la morte dei nostri neuroni».

 

Ricorda che le ricerche si concentrano sullo studio delle cellule staminali adulte, per arrivare a una riserva di nuove cellule da trapiantare nei cervelli di adulti malati o che hanno subito danni. La strada è però ancora lunga. Nell’attesa diamoci da fare: esercizi aerobici, aria pulita e cibo sano ridurrebbero l’nsorgenza dell’Alzheimer di circa il 60%.

 

FONTE: Repubblica delle Donne – benessere

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ricette-detox-i-centrifugati-L-DZjQbpAbbiamo avuto più volte il modo di trattare l’argomento legato all’intossicazione da metalli pesanti del nostro organismo. I metalli pesanti come

  • il mercurio,
  • il cadmio,
  • il piombo,
  • uranio e
  • alluminio

possono entrare nel corpo umano attraverso il cibo, l’acqua, l’aria, o essere assorbiti attraverso la pelle.

Queste tossine creano gravi problemi al nostro organismo, anche attraverso le otturazioni dentali e i vaccini, quindi l’importante diventa ripulire il nostro organismo a livello cellulare.

 

Questo come abbiamo più volte detto è possibile attraverso l’alimentazione, integrando con più frutta, verdure, succhi, integratori come la clorella , rimedi naturali e con delle tecniche di respirazione.

Un modo per disintossicare il corpo è l’assunzione di succhi di verdura verde presi ogni mattina, i quali forniscono vitamine, minerali e antiossidanti tutto quello di cui il nostro organismo a necessità.

 

In particolar modo questo succo che vi proponiamo aiuta a disintossicare il fegato rafforzandolo, le sue componenti interne si legano ai metalli pesanti aiutando a eliminarli.

Ingredienti:

  • 2 barbabietole
  • 4 tazze di cavolo tritato
  • 2 tazze di sedano tritato
  • 1 cetriolo
  • 1/2 limone
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 mazzetto di coriandolo
  • 2 cucchiaini di zenzero tritato
  • 1-2 cucchiaini di semi di chia

Vi consigliamo di acquistare i prodotti biologici, e in ogni caso di lavarli bene.

Estraete il succo di tutti gli ingredienti lasciando da parte i semi di chia. Potete usare se avete l’estrattore, soluzione migliore, oppure usare la centrifuga.

Ma potete anche decidere di usare un frullatore e di facilitare l’operazione con acqua, usando poi un colino per passare il tutto ed eliminare le parti più grosse.

 

Una volta preparato il succo, aggiungete i semi di chia e lasciate a riposo per 10 minuti circa.

Questo permetterà ai semi di rilasciare la loro sostanza gelatinosa, che aiuterà ad assorbire le tossine e a ripulire il corpo. Un succo che potete bere ogni mattina al risveglio o per lo meno ne periodo di stagionalità di questi ingredienti.

FONTE: Ambientebio

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Trying to rememberPer memorizzare non è necessario sottoporre la nostra mente a sfiancanti esercizi.

Alcuni modi, semplici e divertenti, sono proprio sotto i nostri occhi, pronti per essere usati a nostro vantaggio.

Per imparare le date della lezione di storia basta, ad esempio, ridere un po’. Secondo uno studio condotto dalla University of South California, la risata abbassa il livello di ormoni dello stress e la pressione sanguigna aiutandoci a potenziare la memoria.

E se proprio non riusciamo a metterci in testa qualcosa, può valere la pena dormirci su. Anche se, a primo impatto, potrebbe non sembrare la soluzione migliore, il consiglio viene direttamente dalla scienza.

Ecco 5 modi bizzarri e scientifici per migliorare la nostra memoria, senza faticare.

  • Scrivere (a penna) migliora la memoria

    Scrivere aiuta a memorizzare.
    Ma non come siamo abituati a farlo ora: senza computer, senza tablet, solo carta e penna. Sarebbe questo, insomma, il modo giusto per fissare i concetti nella nostra mente. L’insolita scoperta è stata fatta da due ricercatori di psicologia, Pam Mueller della Princeton University e Daniel Oppenheimer della UCLA. I due hanno chiesto a un gruppo di studenti universitari di ascoltare la stessa lezione e prendere appunti nel loro modo abituale. Mezz’ora dopo, Mueller e Oppenheimer hanno fatto un test per vedere quanto avevano memorizzato di ciò che era stato detto a lezione: coloro che avevano scritto delle note su pc o tablet avevano mostrato di aver memorizzato in modo peggiore rispetto a chi, invece, aveva preso appunti a penna. Più avanti hanno fatto un altro esperimento, dando agli studenti la possibilità di ripassare per una settimana prima di un esame. Ancora una volta, coloro che avevano scritto appunti a penna risultavano migliori nel ricordare rispetto a chi aveva studiato scrivendo sul tablet e aveva trascritto, magari, intere pagine di conferenze.Lo studio non trova l’unica applicazione negli studenti: prima di una riunione di lavoro, per sembrare più brillanti e preparati, potete provare a buttare giù qualcosa. Il vostro cervello vi ringrazierà.

 

  • Ridere riduce il livello di ormoni dello stress aiutando la memoria

    È il modo più facile per migliorare la memoria. E alla portata di tutti, in ogni momento. Secondo uno studio condotto dalla University of South California, ridere ha poteri benefici sulla nostra capacità di memorizzare. Per l’esperimento, i ricercatori hanno fatto vedere ad un gruppo di 20 anziani sani un video divertente di 20 minuti, mentre un altro gruppo non ha guardato nessun filmato. Successivamente, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a test di memoria ed è stato preso un campione di saliva per controllare il livello di ormoni dello stress. Il risultato? Coloro che hanno visto il video divertente sono risultati migliori nei test di memoria a breve termine. Questo perché i loro livelli di cortisolo si erano notevolmente abbassati. Il cortisolo, un ormone associato allo stress, è noto per avere un impatto negativo sulla memoria. Al contrario, ridere o sorridere aumenta le endorfine, e la dopamina che raggiunge il cervello e fornisce un senso di piacere e di benessere. Inoltre, con la risata, il livello di ormoni dello stress si abbassa insieme alla pressione sanguigna: è proprio lo stato di rilassatezza che ci aiuta a ricordare meglio.

 

  • Non riesci a ricordare nulla? Dormici su

    Potrebbe sembrarci la soluzione meno adatta. Se non riusciamo proprio a memorizzare quei fogli che dobbiamo studiare, la cosa meno opportuna da fare potrebbe sembrarci quella di addormentarci. Invece, no. Secondo i ricercatori, dormire aiuta a potenziare la memoria. Dopo aver imparato qualcosa di nuovo, dicono i ricercatori della New York University, il sonno aiuta le cellule del cervello a riconnettersi l’una con l’altra e quindi aiuta a preservare la memoria. L’esperimento ha coinvolto alcuni topi, a cui sono stati insegnati nuovi compiti. Poi sono stati divisi in due gruppi: ad alcuni è stato concesso di dormire, altri sono rimasti svegli per molto tempo. Usando uno speciale microscopio, gli scienziati hanno poi osservato il cervello dei topi e scoperto che coloro che avevano dormito, subito dopo aver imparato qualcosa di nuovo, mostravano di avere una maggiore attività neuronale rispetto agli altri animali che erano rimasti svegli. “Scoprire che il sonno favorisce le nuove connessioni tra i neuroni è una cosa nuova”, spiega alla BBC il Dr. Wen-Biao Gan, professore della New York University. “Abbiamo dimostrato che il nostro cervello non sta per niente fermo, quando dormiamo”.

 

  • Bevi una tazza di tè verde 

    Mentre studiamo o cerchiamo di memorizzare qualcosa, possiamo aiutarci con qualche bevanda, da tenere accanto ai fogli e ai libri. L’estratto di tè verde rafforza e potenzia la memoria, ad esempio. In un recente esperimento, i ricercatori della University of Basel hanno dato ai partecipanti una bevanda contenente meno di 3 grammi di estratto di tè verde. Nessuno di loro era al corrente di cosa stesse bevendo. Dopodiché hanno testato la loro memoria a breve termine. Il tè verde sembrava aver letteralmente ‘attivato’ il cervello, soprattutto aumentato le connessioni tra il lobo parietale e la corteccia frontale. Il lobo parietale è proprio il luogo in cui passano le informazioni e dove ‘si origina’ il linguaggio.

 

  • Il modo in cui stiamo seduti influenza la nostra memoria

    Il modo in cui stiamo seduti (e in piedi) può influenzare la nostra memoria. Una buona postura migliora la capacità del cervello di ricordare perché permette al sangue e all’ossigeno di fluire più liberamente al cervello. Una ricerca della San Francisco State University ha mostrato poi che la postura gioca un ruolo importante nel richiamarci alla mente ricordi negativi o positivi. Stare seduti, con lo sguardo abbassato, ha portato i partecipanti a ricordare esperienze negative. Con il mento alzato, invece, era impossibile per ogni volontario ricordare qualcosa di brutto.

FONTE: Huffingtonpost

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ERRORI ALIMENTARIPensi di saper tutto in fatto di alimentazione sana?

Attenzione, potresti fare – più spesso di quel che credi – piccoli errori che mandano all’aria tutti gli sforzi.

 

Non è solo la scelta dell’alimento (un’insalata piuttosto che un piatto di patate fritte) ad incidere sul bilancio di uno stile alimentare corretto:

  • anche il metodo di cottura o di preparazione del cibo conta, e non poco.

Lo spiega Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo all’Università La Sapienza di Roma: “La scelta della materia prima è importante, ma anche la preparazione, la cura dell’alimento hanno importanza. Ci sono regole da rispettare che vanno al di là della scelta alimentare in sé.”

L’esempio più comune è quello del mangiare troppo in fretta.

Ma ci sono altri errori che commettiamo pensando di fare la cosa giusta”.

 

Attenzione allora anche agli abbinamenti in tavola.

Sicuri che quel piattino di rucola e parmigiano sia buono dal punto di vista nutrizionale?

E se invece avete scelto di fare uno strappo alla regola e andare al fast food, sapete come bilanciare il surplus calorico?

Basta scegliere la bibita giusta per proteggersi un po’ dagli effetti negativi dei fritti. Insieme all’esperto, Luca Piretta, abbiamo raccolto dieci errori molto comuni, ve li sveliamo:

1. LAVARE E TAGLIARE L’INSALATA IN ANTICIPO

Succede spesso. Lavi alla sera l’insalata e poi te la trovi pronta in frigo per il giorno dopo. Non è una bella abitudine alimentare: si rischia di consumare un piatto che ha perso nel tempo polifenoli, vitamine e minerali. È meglio prepararla all’ultimo minuto.

2. PREPARARE SPREMUTE IN ABBONDANZA

Rischio che corrono soprattutto le mamme che pensano di proteggere meglio i figli dai primi raffreddori di stagione. L’idea di preparare una spremuta per fare il pieno di vitamina C è ottima. Attenzione però: le vitamine deperiscono rapidamente. Vanno consumate subito per godere al massimo dei benefici. 

3. CUOCERE I PEPERONI

Molto spesso proprio per fare il pieno di vitamina C si va alla ricerca sulle tabelle nutrizionali degli alimenti che ne contengono una concentrazione maggiore. Cosa giustissima, ma bisogna anche tener conto del metodo di cottura: peperoni e broccoli ne contengono in gran quantità, ma solo se consumati crudi.

4. ABBINARE IL PARMIGIANO ALLA RUCOLA

Per pranzo, al bar, piatto unico ma sano: insalata di rucola con parmigiano, pensando di fare una cosa giusta per assicurarsi la dose giornaliera di calcio. Errore: mai abbinare il formaggio alle fibre. Le fibre infatti impediscono al calcio di venire assorbito. Stesso discorso per la grattugiata di formaggio sugli asparagi o sugli spinaci.

5. MANGIARE LA VERDURA DOPO LA PASTA.

Questo è un errore che soprattutto le persone che devono tenere sotto controllo la glicemia non dovrebbero fare. Meglio iniziare il pasto con le verdure. Le fibre rallentano l’assimilazione degli zuccheri, rallentano quindi la crescita dei livelli di glicemia nel sangue. Perfetto l’abbinamento con la pasta, ma nell’ordine giusto.

6. MANGIARE LE PATATE SE SI SOFFRE DI COLON IRRITABILE

Per anni è stato il primo consiglio alimentare per le persone che soffrivano di colon irritabile e disturbi intestinali: mangiare la patata bollita fa bene alla pancia. Sbagliato. Questo perché i farinacei, le patate ad esempio gonfiano molto la pancia e stimolano l’intestino ad evacuare.

7. BERE UNA BIBITA GASSATA DOPO I FRITTI

Detto e mantenuto che patate fritte e fritti in genere vanno consumati solo saltuariamente, resta però da considerare un altro aspetto. A mezz’ora dall’ingestione questo tipo di cibo (in particolare quello dei fast food) alza i livelli di infiammazione nel nostro corpo. Per rimediare basta fare una cosa semplice: abbinare come bevanda una bella spremuta di arance (fatta sul momento). Poco utile invece bere una bevanda gassata per spegnere l’infiammazione.

8. CUCINARE ALLA PIASTRA PER TEMPI LUNGHI

La regola in questo caso è molto semplice da tenere a mente: cuocere ad alte temperature per lungo tempo non è una scelta salutare. L’unico aspetto positivo è che si può cucinare senza utilizzare condimenti. Per il resto però c’è il rischio di produrre sostanze altamente tossiche soprattutto quando si ricorre ad un imbrunimento eccessivo della carne. Meglio cuocere a basse temperature, utilizzando piastra o forno.

9. BOLLIRE LE VERDURE

In questo caso l’errore consiste nelle cotture prolungate in un liquido in evaporazione. Per bollire le verdure allora è meglio utilizzare la pentola a pressione: i tempi si riducono e si disperdono meno vitamine e sali minerali.

10. COME MANGIARE GLI SPINACI

Gli spinaci sono l’alimento più prezioso per chi vuol fare il pieno di acido folico. C’è solo un problema: dopo la cottura gli spinaci perde il 50/70 per cento dell’acido folico disponibile. Meglio cuocere al vapore per limitare i danni. Se invece si decide comunque di bollirli in acqua, conservate l’acqua di cottura per minestre e bolliti. 
FONTE: Huffingtonpost

 

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sciroppo-d-acero_640x480Il liquido dolce che scorre all’interno di quest’albero variopinto contiene minerali, enzimi e vitamine che combattono intossicazioni, gastriti e infezioni

Siamo nel “mese dell’acero”, l’elegante albero che colora il bosco autunnale con le sue foglie dalle mille sfumature che spaziano dal giallo al viola. Ma quello che davvero serve in questo periodo dell’anno è lo sciroppo che si ottiene dalla sua linfa: un rimedio rimineralizzante validissimo contro l’invecchiamento cellulare, efficace per chi ha problemi di sovrappeso in quanto elimina l’adipe e i liquidi in eccesso nonché eccellente sostituto dello zucchero per chi accusa rialzi di glicemia.

 

Inoltre, questo sciroppo è molto utile anche in caso di gastrite, di costipazione intestinale e di colite spastica.

 

Depura e disintossica tutto il corpo

Lo sciroppo d’acero è originario del Canada e si ottiene facendo bollire la linfa estratta all’inizio di primavera dall’Acer saccharum e dall’Acer nigrum: sono alberi che devono avere almeno 80 anni di vita e per produrre un litro di sciroppo sono necessari almeno 40 litri di linfa, un liquido dal colore ambrato, dolce ed aromatico.

Tra i canadesi lo sciroppo d’acero è considerato un rimedio tuttofare, e in medicina antroposofica è usato da sempre per depurare e disintossicare l’organismo, mescolandone

  • un cucchiaio di sciroppo d’acero
  • qualche goccia di succo di limone,
  • aggiungendo un cucchiaio di sambuco,
  • un po’ d’acqua naturale

bevendo il preparato la mattina per cicli di un mese.

 

Un vero elisir di lunga vita…tutto naturale!

Ma grazie a cosa la linfa di questa pianta ha effetti così benefici?

Uno studio della Università di Rhode Island ha svelato che i composti chimici utili per la salute contenuti nello sciroppo d’acero, sono addirittura una ventina.

In particolare questi “toccasana” si formerebbero quando l’acero viene inciso per far sgorgare la linfa, ovvero nel momento in cui l’albero mette in atto una sorta di meccanismo di difesa che provoca la secrezione di composti fenolici: sono loro le vere risorse del sistema immunitario dell’albero e noi, assumendoli, li trasformiamo in uno scudo verde per la nostra salute.

 

È meglio di un integratore e dolcifica senza alzare la glicemia

Lo sciroppo d’acero è un prodotto ideale anche per la pratica sportiva.

Diluitelo in acqua e assumetelo sia prima dell’allenamento come integratore di zuccheri a rapido assorbimento, che durante l’attività fisica, come integratore di minerali.

È anche un ottimo dolcificante per i bimbi, fin dallo svezzamento.

La sua ricchezza in minerali e il suo sapore lo rendono sicuramente migliore dello zucchero raffinato.

 

FONTE: Riza

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 difese bambiniSiamo vicini al cambio di stagione. Con l’autunno e l’inverno rischiano di arrivare anche il classico raffreddore e l’influenza. Ad essere colpiti soprattutto i bambini che a scuola o all’asilo entrano più facilmente in contatto con la diffusione dei virus. 

Possiamo però intervenire fin da subito per rafforzare le difese immunitarie dei bambini, così da ridurre il rischio di malanni stagionali. Un bambino che segue una dieta sana, che gioca all’aria aperta e che ha il tempo di rilassarsi è di certo un bambino sano.

Ecco alcuni consigli utili.

1) Alimentazione sana

Il sistema immunitario dei bambini può trovarsi in difficoltà quando la dieta è ricca di additivi, zuccheri e conservanti o se i piccoli soffrono di un’allergia alimentare non diagnosticata. Si tratta di circostanze che possono affaticare la digestione e causare infiammazione. Per l’organismo diventa più difficile contrastare germi e batteri. Una dieta sana è ricca di legumi, frutta, verdura, cereali integrali, frutta secca e semi oleaginosi. Dovreste insegnare ai bimbi a mangiare quattro o cinque porzioni di frutta e verdura al giorno.

2) Movimento all’aria aperta

Fare movimento e sport, soprattutto se all’aria aperta, aiuta i bambini a vivere meglio a diversi livelli. Li aiuta a dormire più sereni a nutrirsi in modo più sano e a mantenere in allenamento sia la mente che il corpo. Con queste buone abitudini l’organismo si mantiene in salute ed è pronto ad affrontare i virus e i batteri che possono minacciarlo.

3) Probiotici

probiotici sono batteri benefici presenti naturalmente nell’intestino. Aiutano a proteggere l’apparato digerente e ad eliminare le tossine, oltre che ad assimilare il cibo e a rafforzare il sistema immunitario. Potreste provare ad arricchire la diete dei più piccoli con cibi ricchi di probiotici, come lo yogurt, anche vegetale, preparato con fermenti vivi, e il kefir. i probiotici si trovano anche nella pasta madre, nel miso, nel tempeh, nei crauti e nel kombucha.

 

4) Echinacea

L’echinacea è uno dei rimedi naturali più noti per stimolare il sistema immunitario. Per quanto riguarda i bambini, è necessaria però un po’ d’attenzione. Meglio chiedere consiglio al pediatra e all’erborista. Secondo S. Buslau e C. Hembd, autori di “Echinacea, la straordinaria pianta che cura le infezioni”,

ATTENZIONE! i bambini al di sotto di un anno non dovrebbero essere curati con l’echinacea, mentre per i bambini al di sotto dei tre anni bisognerebbe utilizzare dosi molto piccole.

 

5) Frutti di bosco

Tutta la frutta è utile per mantenere il sistema immunitario in salute, ma i frutti di bosco sono particolarmente utili. In estate raccoglieteli, se ne avete l’occasione, e offriteli ai bambini per colazione, per merenda o come dessert. Li aiuteranno a stimolare le difese immunitarie in preparazione all’arrivo dell’inverno.

6) Vitamina C

La vitamina C è un potente antiossidante che stimola le difese immunitarie e migliora il potere di guarigione del nostro corpo. Tra le fonti di vitamina C non troviamo soltanto le arance, i limoni e gli agrumi, ma anche i kiwi, i pomodori, le fragole, l’anguria, gli spinaci, i broccoli, da scegliere in base alla stagionalità per preparare contorni, macedonie, succhi freschi e frullati a seconda degli ingredienti disponibili e preferiti.

 

7) Zinco

Lo zinco è un minerale molto importante, in particolare per i bambini, ma troppo spesso sottovalutato. Lo zinco rafforza il sistema immunitario e aiuta i bambini nella crescita e nello sviluppo. L’assunzione di zinco attraverso l’alimentazione può aiutare i bambini ad ammalarsi di meno e nella concentrazione. Tra le fonti vegetali di zinco troviamo, ad esempio, i semi di zucca e i semi di sesamo.

 

8) Buon sonno

A seconda dell’età, i bambini hanno bisogno di un numero di ore di sonno maggiore rispetto agli adulti, ma molti bambini non riposano abbastanza a lungo. La carenza di sonno può indebolire il sistema immunitario e rendere i bambini più esposti a germi e batteri. Fate in modo che i bambini vadano a letto presto in modo che possano dormire abbastanza anche durante la settimana di scuola.

9) Ridurre lo stress

Purtroppo anche i bambini di oggi, proprio come gli adulti, soffrono a causa dello stress. Quando gli ormoni dello stress aumentano, il sistema immunitario può indebolirsi. Per rilassarsi e alleviare le tensioni, i bambini dovrebbero avere a disposizione più tempo libero da dedicare al gioco, ad attività creative, allo sport sano e al riposo. Aiutate il loro relax con della musica di sottofondo durante i momenti di tranquillità, coccolateli e raccontate loro delle belle storie della buonanotte.

10) Ridurre gli zuccheri raffinati

Consumare alimenti ricchi di zuccheri raffinati può indebolire il sistema immunitario. Fate dunque attenzione ai dolciumi, alle bibite gassate, alle caramelle e ai prodotti confezionati in generale, compresi i succhi di frutta industriali. Per i bambini scegliete sempre le alternative naturali migliori, abituateli a mangiare frutta e verdura, preparate in casa degli spuntini salutari per la merenda, anche da portare a scuola.

 

FONTE: Marta Albè (Greenme)

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dormire beneINSONNIA, cosa fare prima di coricarsi per riposare meglio?

Il riposo e il buon sonno sono la chiave per iniziare al meglio una nuova giornata. Durante la notte il nostro corpo si ricarica e si autoripara. Dunque cerchiamo di non sottovalutare mai l’importanza di dormire bene e proviamo a coricarci sempre alla stessa ora, come regola generale per donare al nostro corpo un ritmo regolare. 

Ecco alcuni consigli per riposare meglio. Seguite ciò che ritenete più utile e provate a metterlo in pratica ogni sera.

1) Bere una tisana

Bere una tisana, o comunque una bevanda calda, prima di andare a dormire aiuta il buon riposo. Alcune erbe officinali, più di altre, ci aiutano a prendere sonno e donano una sensazione di relax. Oltre alla classica camomilla, troviamo, ad esempio, tiglio, valeriana, melissa e passiflora. Potrete anche scegliere una tisana rilassante composta da un mix di erbe pensato per favorire il buon sonno. Chiedete consiglio al vostro erborista.

 

2) Praticare yoga

Seguire un corso di yoga nelle ore serali, oppure praticare yoga a casa prima di andare a dormire, vi aiuterà a rilassarvi. Alcune asana vengono consigliate in modo particolare per favorire il buon riposo. Se siete dei principianti, scegliete le posizioni più semplici. Sedetevi o sdraiatevi comodamente e fate dei respiri lunghi e profondi. Il respiro lento e profondo ha un potere calmante e rilassante che vi stupirà.

 

3) Meditare

La sera è uno dei momenti migliori da dedicare alla meditazione, poiché questa pratica, soprattutto se effettuata in modo regolare, può aiutarvi ad accantonare le preoccupazioni per qualche istante prima di andare a dormire. Poi, come si sa, la notte porterà consiglio. Meditare aiuta a contrastare l’insonnia e a rilassare la mente, che aiuterà il corpo a prepararsi al riposo.

4) Evitare la caffeina

Alcune persone sono sensibili alla caffeina e dunque preferiscono non bere dopo cena e nelle ore serali la classica tazza di caffè, ma anche evitare il tè nero e le bibite gassate che possono contenere questa sostanza. Se siete sensibili alla caffeina, evitatela del tutto nelle ore che precedono il momento di andare a dormire, idealmente dalla cena in poi.

5) Leggere un libro

Leggere un libro concilia il sonno. Alcune persone riescono ad addormentarsi più in fretta e a dormire meglio soltanto se leggono alcune pagine di un libro prima di coricarsi. Si tratta di un’abitudine che potrete proseguire senza problemi se vi fa sentire meglio. Leggere vi tiene svegli? Allora evitate la lettura in camera da letto e preferite altri rimedi per dormire meglio, come una tisana della buonanotte.

6) Spegnere computer e cellulare

Trascorrere troppe tempo davanti al computer nelle ore serali può essere tra le cause dell’insonnia e dei disturbi del sonno. La marea di informazioni che riceviamo navigando su internet stimola il cervello tanto da rendere difficoltoso il riposo, soprattutto se rimaniamo al computer oltre mezzanotte. Spegnete sia il pc che il cellulare per non essere disturbati dalle 23 in poi, l’orario ideale per andare a dormire secondo i ritmi del nostro corpo.

7) Fare una cena leggera

La digestione difficile causata da una cena piuttosto pesante può ostacolare il buon riposo e disturbare il sonno. Dovreste lasciare trascorrere almeno due ore tra la cena e il momento di coricarvi, in modo da dare il tempo all’organismo di completare la digestione. Scegliete una cena leggera. Ad esempio, portate in tavola un minestrone o una zuppa di verdure preparati con ingredienti che non vi appesantiscano.

 

8) Fare una passeggiata serale

Per aiutare la digestione e per sgranchirvi un po’, soprattutto se avete trascorso tutta la giornata seduti alla scrivania, non dimenticate di fare una bella passeggiata serale. Sarà rilassante, vi aiuterà a distendere la mente e a mettere da parte le preoccupazioni. Inoltre, sarà utile per favorire la digestione, in modo che non vi corichiate a stomaco ancora pieno.

9) Usare un cuscinetto rilassante

Prima di andare a dormire, ricordatevi di posizionare un cuscinetto aromatico, o comunque un piccolo cuscino con imbottitura naturale, sotto o vicino al cuscino. Sono indicati soprattutto i cuscinetti con imbottitura di fiori di lavanda (potrete anche confezionarli facilmente a mano) o i cuscinetti in pula di farro, che vengono considerati un vero e proprio antistress naturale, utile per favorire il relax e il buon sonno.

10) Fare un massaggio

Quanto tempo dedichiamo a coccolare il nostro corpo? Probabilmente davvero poco, soprattutto se le nostre giornate scorrono molto di fretta. Potrete dedicare alcuni minuti prima di andare a dormire ad un auto-massaggio rilassante da effettuare con movimenti circolari sulle gambe e sulle braccia, in direzione del cuore. Se volete, usate una crema per il corpo bio o un olio da massaggio rilassante. Ad esempio olio di mandorle o di sesamo a cui avrete aggiunto due o tre gocce di olio essenziale di lavanda.

 

Avete altri consigli utili da suggerire?

FONTE: Marta Albè (Greenme)

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Abbiamo già parlato dei benefici dello stare in piedi in questo articolo ma ora approfondiamone i benefici a seguito di studi recenti fatti dal Prof. James Levine della Mayo Clinic

 

Trascorrere del tempo considerevole della vostra giornata stando in piedi potrebbe ridurre il rischio di

  • obesità,
  • diabete,
  • malattie cardiovascolari e
  • il cancro.

 

Una settimana di campeggio può trasformare una persona in una sola mattina.

La ricerca mostra che l’impatto cumulativo di seduta tutto il giorno per anni è associato ad una serie di problemi di salute, dall’obesità al diabete, al cancro.

Poiché il lavoratore medio in ufficio trascorre 5 ore e 41 minuti seduto ogni giorno alla sua scrivania, alcuni descrivono il problema con un nuova lapidaria frase che è innegabilmente accattivante, se non un po ‘esagerato:

  • “lo stare seduti è come il fumo”.

Gran parte di questa ricerca è stata effettuata da James Levine, endocrinologo presso la Mayo Clinic. “Il modo in cui viviamo ora tende a farci stare seduti tutto il giorno, a volte siamo tentati da una passeggiata dal parcheggio in ufficio”, ha recentemente detto durante un’intervista telefonica, parlando mentre passeggiava intorno al suo soggiorno. “Il valore di default è diventato il sedersi. Abbiamo bisogno rimanere in piedi.”

Tutto questo potrebbe sembrare sospetto, come l’ultima moda di salute, e nulla più. Ma un crescente corpo di ricerca, condotta sia da Levine e altri scienziati, conferma che uno stile di vita sedentario sembra essere dannoso nel lungo termine.

La soluzione, dicono, è non sedersi per sei ore di lavoro e poi dirigersi verso la palestra dopo, perché l’evidenza suggerisce che gli effetti negativi della seduta estesa non possono essere neutralizzati da brevi periodi di esercizio fisico.

 

La risposta è quella di rimanere in piedi.

 

Stando in posizione eretta di fronte alla scrivania è il modo più semplice per combattere i possibili danneggiamenti fisici dovuti al nostro lavoro. Qui sotto un elenco di alcuni dei benefici scienziati hanno trovato finora.

1) Riduzione del rischio di obesità

La ricerca di Levine ha iniziato come un’indagine in una questione di salute secolare:

  • perché alcune persone aumentano di peso e altri no.

Lui e colleghi hanno reclutato un gruppo di impiegati che si sono impegnati in poco esercizio di routine, mettendoli tutti su una dieta identica, che conteneva circa 1000 più calorie di quante fossero state consumate in precedenza e vietando loro di cambiare le abitudini di esercizio.

Ma nonostante le dieta e l’esercizio fisico nei regimi standardizzati, alcuni partecipanti hanno guadagnato peso, mentre altri sono rimasti magri.

 

Alla fine, con la biancheria intima cucita con sensori che misurano ogni movimento sottile, i ricercatori hanno scoperto il segreto:

  • i partecipanti che non hanno guadagnato peso sono aumentati, in media, 2.25 più ore al giorno, anche se tutti di loro hanno lavorato presso (seduti) sui loro banchi, e nessuno è andato in palestra.

“Durante tutti i nostri giorni, ci sono opportunità per muoversi sostanzialmente di più», dice Levine, menzionando cose banali come camminare nell’ufficio di un collega piuttosto che inviare email, o fare le scale anziché l’ascensore.

Non riuscendo a trarre vantaggio da queste opportunità di costante movimento, si scopre che è strettamente associato con l’obesità.

E la ricerca suggerisce che il nostro esercizio convenzionale, lo stare seduti tutto il giorno al lavoro, poi andare in palestra o andare a correre, “rende poco più sensata l’idea come quando si potrebbe contrastare l’abitudine di un pacchetto al giorno di sigarette per fare jogging”, afferma James Vlashos al New York Times.

 

La chiave per ridurre il rischio di obesità è coerente con livelli moderati di movimento durante il giorno.

 

Gli scienziati stanno ancora studiando perché questo potrebbe essere il caso. La ridotta quantità di calorie bruciate durante la seduta ( uno studio 2013 ha trovato che standers bruciano in media 50 calorie all’ora) è chiaramente coinvolto, ma ci possono essere anche cambiamenti metabolici in gioco, come

  • le cellule del corpo che diventano meno sensibili all’insulina
  • i muscoli sedentari che rilasciando bassi livelli dell’enzima lipoproteina lipasi.

Naturalmente, tutto questo indica specificamente al pericolo dell’eccessiva seduta, non esattamente come il beneficio della capacità. Ma Levine ritiene che le due cose siano strettamente intrecciate.

“Il primo passo è alzarsi. La sase due è imparare ad alzarsi più spesso. Il passo tre è, una volta che siete in su, spostarvi,” dice. «E quello che abbiamo scoperto è che una volta che siete in su, non tendete a muovervi.” I passaggi uno e due, poi, sono tra i più importanti pezzi e una scrivania che ti incoraggia a stare almeno un po ‘di tempo è uno dei mezzi più comodi per farlo.

2) Riduzione del rischio di diabete di tipo 2 e altri problemi metabolici

Gli effetti nocivi per la salute del-sitting ed i benefici di standing-sembrano andare oltre la semplice obesità. Alcuni degli stessi studi di Levine e altri hanno trovato che lo stare seduti per lunghi periodi di tempo è correlata con efficacia ridotta nella regolazione dei livelli di glucosio nel sangue, parte di una condizione nota come sindrome metabolica, che aumenta notevolmente la probabilità di tipo 2 di diabete.

Uno studio del 2008, per esempio, ha scoperto che le persone che sedevano per periodi più lunghi durante il loro giorno avevano livelli significativamente più elevati di glicemia a digiuno, indicando loro che le loro cellule sono diventate meno sensibili all’insulina, con l’ormone non riuscendo a innescare l’assorbimento del glucosio dal sangue. Un 2013 studio [PDF] è venuto a risultati simili, ed è arrivato alla conclusione che per le persone già a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, la quantità di tempo trascorso seduta potrebbe essere un fattore di rischio più importante piuttosto che alla quantità di tempo speso con forza nell’esercizio fisico.

3) Riduzione rischio di malattie cardiovascolari

Per quanto riguarda il sistema cardiovascolare, le prove scientifiche sui mali che seguono lo stare seduti risalgono fino al 1950, quando i ricercatori britannici hanno confrontato i tassi di malattie cardiache negli autisti di autobus di Londra (che ovviamente tendono a rimanere seduti per molto tempo) e ai controllori di autobus (che invece tendono sempre a rimanere in piedi durante le ore di lavoro), scoprendo che il primo gruppo ha registrato finora più attacchi di cuore e altri problemi rispetto al secondo.

Da allora, gli scienziati hanno scoperto che gli adulti che trascorrono più di due ore al giorno seduti hanno un 125 per cento aumento del rischio di problemi di salute legati a malattie cardiovascolari, tra cui dolore toracico e attacchi di cuore. Altri studi hanno rivelato che gli uomini che spendono più di cinque ore al giorno seduti al di fuori del lavoro e che fanno esercizio limitato erano a due volte più a rischio di insufficienza cardiaca, come coloro che esercitano spesso e sedersi in meno di due ore al giorno al di fuori dell’ufficio.

Anche quando i ricercatori hanno controllato per la quantità di esercizio fisico, elementi eccessivi erano ancora al 34 per cento più probabilità di sviluppare insufficienza cardiaca rispetto a quelli che sono stati in piedi o in movimento.

 

4) Riduzione del rischio di cancro

Una manciata di studi hanno suggerito che i periodi di soggiorno prolungati possono essere collegati con un più alto rischio di molte forme di cancro. Il cancro al seno e al colon sembrano essere maggiormente influenzati dall’attività fisica (o mancanza):

uno studio del 2011 ha rilevato che prolungata posizione seduta potrebbe essere responsabile

  • fino a 49.000 casi di cancro al seno e
  • 43.000 casi di tumore del colon ogni anno negli Stati Uniti,
  • ma la stessa ricerca ha scoperto che quantità significative di cancro al polmone (37.200 casi),
  • cancro della prostata (30.600 casi),
  • carcinoma dell’endometrio (12.000 casi) e
  • cancro ovarico (1.800 casi) potrebbero essere legati alla seduta eccessiva.

Il meccanismo alla base da cui la seduta aumenta il rischio di cancro non è ancora chiaro, ma gli scienziati hanno trovato una serie di biomarcatori, come la proteina C-reattiva , che sono presenti in livelli più alti nelle persone che siedono per lunghi periodi di tempo. Questi possono essere legati allo sviluppo del cancro.

 

5) Rischio di mortalità a lungo termine

A causa della ridotta possibilità di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e cancro, un certo numero di studi hanno trovato forti correlazioni tra la quantità di tempo che una persona trascorre seduta e la sua possibilità di morire entro un determinato periodo di tempo.

In uno studio australiano risalente al 2010, per esempio, si è scoperto che per ogni supplementare partecipante alle ore trascorse nella seduta giornaliera, il rischio complessivo di morire durante il periodo di studio (sette anni) è aumentato dell’11 per cento. Uno studio del 2012 ha trovato che, se l’americano medio riducesse il suo tempo nel sedersi a tre ore al giorno, l’aspettativa di vita salirebbe di due anni.

 

Controllando questi progetti relativi ad altre fattori come la dieta e-esercizio indicando che sedersi, in isolamento, può portare ad una varietà di problemi di salute e aumentare il rischio complessivo di morte, anche se si tenta di fare esercizio mentre tu non sei seduto e mangiare una dieta sana.

E anche se ci sono molte situazioni oltre l’ufficio in cui ci si siede per lunghi periodi (guida e guardare la TV, per esempio, sono in cima alla lista),

  • trascorrere un po ‘del vostro tempo al lavoro alla scrivania in piedi è uno delle più soluzioni dirette.

Se avete intenzione di iniziare a farlo, la maggior parte degli esperti consiglia di suddividere il tempo tra in piedi e seduti, perché il rimanere piedi tutto il giorno può portare a

  • mal schiena,
  • mal di ginocchio o
  • problemi ai piedi.

dvizna_pisalna_miza_02_wmIl modo più semplice di realizzare questo sono o utilizzando una scrivania che può essere sollevata verso l’alto o una sedia alta che si può tirare fino alla vostra scrivania quando si ha bisogno di sedersi. E ‘anche importante facilitare in esso, dicono, da in piedi per poche ore al giorno in un primo momento in modo che il vostro corpo si abitui al ceppo, e muovendosi un po’, spostando la vostra posizione, stimolazione, o addirittura ballando mentre si lavora. Dopotutto, perché no?

 

C’è un ultimo fattore importante che agisce sul cervello.

“Alzandoci: un corpo seduto produce un cervello sedentario” dice Levine “Iniziando a muoverci, la plasticità del cervello gioca a nostro vantaggio; “un cerebello che cammina”, infatti, forma nuove sinapsi che in tre settimane di tempo ci rendono più propenso al movimento”

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Fonte: smithsonianmag.com

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bananeMangiare banane di frequente riduce il rischio di ictus in menopausa. Di solito si consiglia di mangiare banane agli sportivi, per prevenire i crampi muscolari e per ricaricarsi di energia in modo naturale. Ora pare che le banane siano un vero e proprio toccasana per le donne in menopausa.

Lo rende noto uno studio condotto negli Stati Uniti presso l’Albert Einstein College di New York e pubblicato dall’American Heart Association. Lo studio ha coinvolto un gruppo di oltre 90 mila donne in menopausa di età compresa tra i 50 e i 79 anni per un periodo di 11 anni.

 

L’obiettivo?

Scoprire se il consumo di banane, frutto ricco di potassio, potesse avere effetti positivi durante questa fase della vita femminile, con particolare riferimento alla prevenzione e alla protezione dall’ictus.

E’ bene tenere conto che una banana di medie dimensioni contiene 430 mg di potassio.

All’inizio dello studio le donne assumevano 2611 mg di potassio al giorno, un po’ meno rispetto a quanto indicato dall’Oms, che suggerisce una dose giornaliera di potassio per le donne pari a 3510 mg.

Gli esperti hanno voluto valutare il livello di potassio delle donne in menopausa che hanno preso parte allo studio, tramite analisi del sangue. In questo modo hanno verificato un dato molto importante: un consumo costante di banane può abbattere il rischio di ictus fino al 27% e ridurre la possibilità di morte improvvisa del 10%.

Durante lo studio le donne non hanno assunto integratori di potassio, ma hanno assimilato questa sostanza soltanto dai cibi freschi. Oltre alle banane, quali sono gli alimenti ricchi di potassio? Ad esempio, buone quantità di potassio sono presenti in

  • fagioli bianchi,
  • spinaci,
  • patate,
  • albicocche secche,
  • zucche e zucchine,
  • uvetta
  • mandorle.

 

FONTE: Marta Albè (Greenme)

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cesto_paneBasta col pane quotidiano, pasta, biscotti, cereali ma anche orzo, crusca e cuscus. Basta eliminare totalmente il grano per vivere una vita sana (e più magra: fino a 20 chili in meno in sei mesi). È una teoria provocatoria – quella proposta dal cardiologo americano William Davis – basata sul suo lavoro con pazienti in sovrappeso e a rischio diabete con dietro una raccolta dettagliata di studi scientifici tutti citati in “La dieta zero grano” (Mondadori).

 

Uscito nel 2011 negli Usa “Wheat Belly” ha venduto milioni di copie (in arrivo una ripresa a settembre) e raccontato – cosa che dicono anche i nutrizionisti italiani – come il grano non sia più quello di una volta.

 

Il grano nano e semi nano ad alta resa secondo Allan Fritz (professore specializzato negli incroci del grano all’Università dello Stato del Kansas) rappresenta oggi il 99 per cento del grano coltivato in tutto il mondo.

 

Un grano prodotto di incroci genetici scelti per aumentarne la produttività e a rendere le piante più resistenti alle malattie, alla siccità e al caldo. Attenzione allora pancia da grano.

Il grasso addominale – spiega Davis – ha caratteristiche uniche: diversamente da quello accumulato in qualsiasi area del corpo,

  • provoca fenomeni infiammatori,
  • altera risposte insuliniche e
  • manda segnali metabolici anomali al resto del corpo.

Non esiste alcun organo che non sia colpito dal grano in qualche modo potenzialmente dannoso”.

 

Abbiamo estratto dieci ragioni per cui – secondo il cardiologo americano – eliminando il grano dalla nostra alimentazione si vive meglio.

 

Ricordiamo sempre però che per molti medici ed esperti di alimentazione la dieta migliore è la mediterranea.

 Giorgio Calabrese, nel suo ultimo libro “Dimagrire con la dieta mediterranea”, dice: “È una dieta includente, cioè che non elimina nessun cibo, anzi: si deve mangiare un po’ di tutto. La tanto celebrata Dukan, come tutte le diete iperproteiche con un solo nutriente, nel breve periodo aiuta a dimagrire. Poi però i chili si riprendono, e con interessi da usurai”.

 

  1. Il pane integrale alza la glicemia più dello zucchero da cucina.
  2. La pasta mantiene alto il livello degli zuccheri nel sangue per periodi che vanno dalle quattro alle sei ore dopo l’assunzione mantenendo la glicemia delle persone diabetiche anche di 100mg/dL superiore alla norma per lunghi periodi
  3. Più è alto il livello di glucosio nel sangue dopo aver mangiato e maggiore sarà il livello di insulina nel sangue, di conseguenza anche la formazione del grasso avrà un incremento.
  4. Più è grossa la pancia da grano e più si producono risposte infiammatorie che alla fine possono portare a cardiopatie e tumori
  5. Chi elimina il grano dalla propria dieta sente meno la fame e consuma meno calorie
  6. Il grano ha caratteristiche uniche rispetto agli altri alimenti, caratteristiche che fanno sì che i suoi effetti sul cervello siano simili a quelli prodotti dagli oppiacei. Lo hanno scoperto i ricercatori del National Institutes of Health.
  7. Le persone che eliminano il grano dal loro regime alimentare di solito registrano un complessivo miglioramento del morale, minori sbalzi d’umore, una maggiore lucidità e un sonno più profondo
  8. Il consumo di grano fa aumentare il colesterolo LDL, mentre la sua eliminazione lo riduce
  9. Gli Age prodotti da alti livelli di glucosio nel sangue provocano disturbi alla funzionalità erettile
  10. Il grano può esercitare degli effetti invecchianti sulla pelle, come le rughe e la perdita di elasticità

FONTE: Huffingtonpost

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